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11 luglio 2025

La Cappella Cacace: Barocco e Devozione

Tra le meraviglie meno note ma straordinariamente suggestive della Basilica di San Lorenzo Maggiore a Napoli, spicca la Cappella Cacace, autentico gioiello del barocco napoletano e straordinaria testimonianza di arte, fede e mecenatismo familiare nel Seicento.

Un'Oasi di Arte Barocca nella Basilica Francescana

Situata sul lato destro del transetto della basilica, la Cappella Cacace fu voluta nel 1643 da Giovan Camillo Cacace, illustre giurista e colto umanista napoletano, come mausoleo di famiglia e luogo di culto personale. In un contesto dominato dallo stile gotico della basilica francescana, questa cappella si presenta come una parentesi ricca, teatrale e intensamente barocca.

Affidata a Cosimo Fanzago, massimo esponente del barocco napoletano, la cappella rappresenta un esempio straordinario dell’arte decorativa seicentesca: marmi policromi, stucchi dorati, intarsi raffinati e un uso sapiente della luce naturale ne fanno un ambiente di rara bellezza e armonia.

Fanzago curò personalmente sia il disegno architettonico che la decorazione scultorea e pittorica, creando un insieme coerente e sontuoso. Il pavimento in marmo intarsiato, le colonne tortili, le cornici ricche di fregi e le lapidi commemorative dei membri della famiglia Cacace compongono uno spazio che celebra la gloria dei defunti e, al contempo, l’estetica del barocco napoletano.

Sullo sfondo dell’altare spicca la tela di Massimo Stanzione, maestro della scuola napoletana e interprete sensibile del classicismo caravaggesco, con la Madonna col Bambino tra i Santi Gennaro e Francesco, opera intensa per impianto compositivo e finezza cromatica.

La cappella è dedicata a San Giovan Giuseppe della Croce, ma anche a San Francesco, in omaggio all’Ordine francescano di cui San Lorenzo Maggiore è sede storica. Vi si trovano raffigurazioni legate alla Passione di Cristo, scene della vita dei santi e iscrizioni in latino che testimoniano il prestigio e la cultura della famiglia Cacace.

La Cappella Cacace è una meta imprescindibile per chi ama il barocco napoletano, ma è anche un luogo di raccoglimento e riflessione, in netto contrasto con l’energia caotica del centro storico. In essa si fondono la ricchezza decorativa, la forza narrativa dell’arte seicentesca e la devozione profonda di una famiglia che ha voluto lasciare alla città un’eredità eterna.

 

04 luglio 2025

Sant'Antonio e angeli, la meravigliosa tavola del Cappellone di Sant'Antonio

La Basilica di San Lorenzo Maggiore custodisce all’interno del Cappellone di Sant’Antonio un’opera di straordinaria bellezza: Sant’Antonio e gli angeli, la tavola dell’altare maggiore, un capolavoro pittorico che merita uno sguardo attento e consapevole.

Al centro dell’altare maggiore della basilica, tra architetture gotiche e affreschi di epoche diverse, spicca l’opera, realizzata tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, attribuita a un maestro dell’ambito manierista napoletano, probabilmente vicino alla cerchia di Fabrizio Santafede o Belisario Corenzio, due figure centrali dell’arte sacra a Napoli in quel periodo.

Il soggetto è profondamente legato all’identità della Basilica e all’Ordine francescano: sono raffigurati San Lorenzo, titolare della chiesa, in abiti diaconali e con la graticola – simbolo del suo martirio –, San Francesco d’Assisi, fondatore dell’Ordine, e Sant’Antonio da Padova, uno dei suoi più celebri predicatori.

La composizione è sobria ma intensa: lo sguardo dei santi si incrocia con quello del fedele, invitandolo alla contemplazione e alla riflessione. I colori, seppur leggermente velati dal tempo, conferiscono all'opera un tono intimo e spirituale.

I simboli parlano un linguaggio chiaro ai fedeli dell’epoca: San Lorenzo regge la graticola del suo martirio e un libro, segno della sua fede salda e della sua sapienza; San Francesco mostra le stigmate, mentre Sant’Antonio regge il giglio e il libro della Parola. Tutto nell’opera è pensato per istruire e commuovere. La tavola è incastonata in un altare che rappresenta un punto di sintesi tra l’arte medievale e la sensibilità controriformista. La struttura lignea dorata, arricchita da decorazioni baroccheggianti, incornicia la pittura con eleganza e solennità. La presenza della tavola in questo contesto non è casuale: essa non è solo decorazione, ma parte integrante del messaggio teologico che la basilica intende comunicare.

La tavola Sant’Antonio e gli angeli è spesso trascurata dai visitatori, attratti dalla maestosità della basilica, dal chiostro francescano e dal celebre sito archeologico del Macellum sottostante. Tuttavia, questo piccolo gioiello pittorico rappresenta un punto di contatto diretto con la spiritualità e l’arte del passato, ed è un esempio prezioso di come Napoli sappia celare tesori in ogni angolo, spesso a pochi passi dal viavai dei turisti.

27 giugno 2025

Macellum: un mercato romano sotto i nostri piedi

Una tappa imprescindibile per chi desidera comprendere davvero la vita di un tempo nella città di Napoli: parliamo del macellum del Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore.

Il termine macellum indicava, in epoca romana, il mercato cittadino, centro nevralgico della vita economica e sociale. Quello che si conserva sotto la Basilica di San Lorenzo Maggiore rappresenta uno dei più straordinari esempi di architettura commerciale romana del I secolo d.C., perfettamente conservato e accessibile al pubblico.

Questa area, situata al di sotto dell’attuale piazza San Gaetano, era il fulcro della città romana: un vero e proprio centro commerciale dove si vendevano carni, pesci, frutta, verdura e altri beni di prima necessità. Passeggiando tra i resti delle botteghe (tabernae), dei colonnati e della piazza centrale, si percepisce ancora oggi l’energia di un luogo vissuto intensamente.

La visita al Macellum comincia proprio all’interno del Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore, uno dei siti più affascinanti della città. Dopo aver attraversato i suggestivi ambienti della basilica gotica e del chiostro, si accede a un vero e proprio viaggio nel tempo: una scala conduce al di sotto dell’attuale livello stradale, dove si apre l’antica Neapolis.

Qui ci si ritrova immersi in un ambiente straordinariamente intatto: è possibile distinguere chiaramente la planimetria del mercato romano, con il cortile centrale, i portici e le botteghe che si affacciano sui lati. In alcune di queste si conservano ancora i banconi in pietra, usati dai mercanti per esporre la merce. È un’esperienza sensoriale potente, che stimola l’immaginazione e connette il visitatore con la vita quotidiana di oltre duemila anni fa.

Il Macellum non è solo un sito archeologico: è una testimonianza tangibile della stratificazione millenaria di Napoli. Sopra il mercato romano si erge una basilica medievale, costruita a sua volta su strutture più antiche. Questo complesso racconta, pietra dopo pietra, la storia ininterrotta di una città che ha saputo conservare il passato senza mai rinunciare al presente.

Visitare il Macellum di San Lorenzo Maggiore non significa solo esplorare un sito archeologico. È una tappa imprescindibile per chi desidera comprendere davvero l’anima profonda di Napoli, una città dove ogni angolo cela una storia, ogni pietra è memoria, e il passato convive con il presente con una naturalezza unica.

 

20 giugno 2025

L'incontro tra Boccaccio e Fiammetta: amore, ispirazione e mito a San Lorenzo Maggiore

Nel cuore della Napoli angioina del XIV secolo, una città cosmopolita e vivace, Giovanni Boccaccio visse un’esperienza che avrebbe segnato per sempre la sua opera letteraria: l’incontro con Fiammetta, il personaggio femminile che incarna l’amore ideale, la passione e il tormento in molte delle sue opere.

Napoli al tempo di Boccaccio. Tra il 1327 e il 1330, un giovane Giovanni Boccaccio fu inviato a Napoli dal padre, mercante fiorentino, per studiare economia e diritto presso la corte di Roberto d'Angiò, uno dei sovrani più illuminati del tempo. La Napoli di quegli anni era una capitale culturale: crocevia di artisti, poeti, filosofi, mercanti, e religiosi provenienti da tutta Europa. Qui, Boccaccio si avvicina agli ambienti umanistici, frequenta le scuole della curia papale, legge i classici latini e si appassiona alle lettere. Ma soprattutto, vive un’esperienza amorosa che lo segnerà profondamente: l’apparizione di Fiammetta, una giovane donna che secondo la tradizione incontrò per la prima volta nella Basilica di San Lorenzo Maggiore, in occasione di una messa.

Chi era Fiammetta? Il nome Fiammetta è in realtà uno pseudonimo letterario. Dietro questa figura si celerebbe, secondo le fonti più accreditate, Maria d’Aquino, figlia illegittima del re Roberto d’Angiò. Donna colta, bella e di alta estrazione sociale, Maria era una figura affascinante che colpì profondamente l’immaginazione del giovane Boccaccio.

L’incontro, avvenuto nel 1331 o nel 1332, fu descritto dallo stesso autore come un vero e proprio colpo di fulmine, avvolto da un’aura di sacralità e mistero, poiché avvenuto proprio durante una funzione religiosa. San Lorenzo Maggiore, con la sua architettura gotica e il suo silenzio carico di spiritualità, fa da sfondo ideale a questa scena che mescola il sacro e il profano, il reale e l’immaginario.

Fiammetta diventa la musa di numerose opere boccacciane, spesso idealizzata ma anche resa umana, contraddittoria, dolce e crudele. Compare nel Filocolo, nel Filostrato, poema in ottava rima che narra le vicende di Troilo e Criseide, altro travestimento letterario del rapporto con Fiammetta, e soprattutto nella Elegia di Madonna Fiammetta, un monologo struggente e modernissimo in cui è lei a raccontare, in prima persona, il dolore dell’abbandono.
 

Realtà o finzione?

Gli studiosi si dividono da secoli sul ruolo reale di Fiammetta nella vita di Boccaccio. Alcuni sostengono che si tratti solo di una costruzione letteraria, un simbolo dell’amore cortese o dell’ideale dantesco di donna-angelo. Altri, sulla base di riferimenti storici e genealogie, credono che Maria d’Aquino sia davvero esistita e che abbia avuto un rapporto personale con l’autore.

In ogni caso, San Lorenzo Maggiore rimane il luogo simbolico di quell’incontro fatidico, un punto d'origine non solo di una passione umana, ma anche di una rivoluzione letteraria.

L’incontro tra Boccaccio e Fiammetta nella Basilica di San Lorenzo Maggiore è un perfetto esempio di come la storia, la letteratura e il mito possano intrecciarsi. Visitare questo luogo oggi significa non solo ammirare un capolavoro dell’architettura medievale, ma anche camminare sulle orme della nascita di una delle voci più moderne e intense della nostra letteratura.

 

13 giugno 2025

Immergersi nella storia di Napoli: visita della Basilica di San Lorenzo Maggiore

Visitare la Basilica di San Lorenzo Maggiore significa immergersi nella storia di Napoli, risalire il tempo attraverso le sue pietre, e scoprire come il sacro e il profano, il visibile e il nascosto, convivano in uno dei luoghi più suggestivi della città. Un tesoro spesso meno noto rispetto ad altri monumenti napoletani, ma che lascia un segno profondo in chi ha la fortuna di scoprirlo. La Basilica di San Lorenzo Maggiore non è solo un luogo di culto, ma una vera e propria stratificazione di epoche, stili e civiltà che raccontano la storia millenaria di Napoli.

La Basilica si trova esattamente dove l’antico decumano maggiore incrocia il decumano inferiore, in una posizione che non è solo centrale, ma anche simbolica. Fondata nel VI secolo e completamente ricostruita nel XIII secolo per volere dei frati francescani, San Lorenzo Maggiore è uno dei primi esempi di gotico in Italia meridionale, influenzato dall’arrivo degli Angioini. Entrando nella chiesa, si rimane subito colpiti dall’eleganza austera dell’architettura gotica: archi a sesto acuto, volte alte e leggere, e una luminosità sobria che invita alla riflessione. Ma è solo l’inizio del viaggio.

Una delle peculiarità più affascinanti della Basilica di San Lorenzo Maggiore è il suo scavo archeologico sotterraneo. Qui, sotto la navata centrale, si trova un intero macellum romano, un mercato coperto del I secolo d.C., perfettamente conservato. Passeggiare tra i resti delle botteghe e delle strade antiche è come fare un salto indietro di duemila anni: un’esperienza che pochi luoghi al mondo riescono a offrire con questa intensità. Oltre alla chiesa e all’area archeologica, il complesso di San Lorenzo include anche il chiostro e il Museo dell’Opera, dove si possono ammirare manoscritti, opere d’arte, frammenti architettonici e documenti che raccontano la storia del convento e della città. Ogni angolo svela un pezzo di un puzzle affascinante e sorprendente.

San Lorenzo Maggiore è anche legata a una figura chiave della letteratura italiana: Giovanni Boccaccio. Proprio qui, secondo la tradizione, l'autore del Decameron avrebbe incontrato la sua musa, Fiammetta, figlia del re Roberto d’Angiò. È uno dei tanti episodi che rendono la basilica un punto di incontro tra fede, arte e cultura.

Prenditi il tempo per esplorare anche i dintorni: a pochi passi trovi San Gregorio Armeno, via dei presepi, e il Duomo di Napoli. Il centro storico è un museo a cielo aperto, e San Lorenzo ne è una delle gemme più preziose.

06 giugno 2025

Alla scoperta della Sala Capitolare

Passeggiando tra i silenzi carichi di storia del chiostro del complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, nel cuore del centro antico di Napoli, è impossibile non lasciarsi attrarre da uno degli ambienti più suggestivi: la Sala Capitolare.

Situata a metà del lato est del chiostro, questa sala si presenta con un ingresso maestoso, sormontato da uno splendido portale gotico risalente al secondo quarto del Trecento. Ai lati, due eleganti finestroni a quadrifora donano luce e ritmo all’architettura, mentre al di sopra, una lunetta ad arco ribassato cattura subito l’attenzione di chi osserva con occhio attento.

È proprio in questa lunetta che si trovano i resti, seppur frammentari, di un affresco Trecentesco di straordinaria importanza, recentemente restaurato. L’opera raffigura San Francesco d’Assisi nell’atto di consegnare la regola ai frati Minori e alle Clarisse: un documento artistico prezioso, non solo per il suo valore pittorico, ma anche per il forte legame spirituale e iconografico con la storia francescana e con l’identità stessa del Complesso.

L’affresco originale, per motivi di conservazione, è oggi custodito all’interno del Museo dell’Opera, sempre all’interno del complesso. Tuttavia, la sua posizione originaria resta visibile e contribuisce al fascino della Sala Capitolare.

Un dettaglio particolarmente interessante è il ruolo che questo affresco ha avuto come modello iconografico per una delle opere più importanti del Quattrocento napoletano: la tavola di Colantonio, pittore di corte del re Alfonso d’Aragona. Il dipinto, che rappresenta lo stesso soggetto – San Francesco che dà la regola – faceva parte di un polittico commissionato dalla famiglia Rocco e destinato anch’esso a San Lorenzo Maggiore. Oggi, questo capolavoro è conservato presso il Museo di Capodimonte, dove continua a raccontare, con vivacità e solennità, l’eredità spirituale e artistica francescana nella Napoli del tardo Medioevo.

Visitare la Sala Capitolare significa dunque non solo ammirare un esempio raffinato di architettura gotica napoletana, ma anche intraprendere un viaggio culturale durante il quale ogni dettaglio – dalle pietre scolpite agli affreschi – racconta la lunga e affascinante vicenda del complesso di San Lorenzo Maggiore.