BLOG

08 novembre 2024

Quartieri spagnoli, il cuore pulsante di Napoli

Tra le zone più note della città di Napoli, i Quartieri Spagnoli meritano una menzione particolare. Un quartiere di storia e tradizione, con un passato ricco e complesso risalente alla dominazione spagnola. La zona è compresa tra Via Toledo e la sovrastante collina, ed è caratterizzata da un il reticolo di vicoli posti a scacchiera, colmi di vita e cultura.  

L’origine dei Quartieri Spagnoli risale al XVI secolo e devono il loro nome all’influenza spagnola che ha segnato profondamente quest’area della città. Durante il dominio spagnolo, Napoli rappresentò una delle capitali più influenti, e qui furono realizzati degli alloggiamenti destinati alle truppe provenienti dalla Spagna. 

La storia del quartiere

Giovanni Benincasa e Ferdinando Manlio furono gli architetti che, su richiesta del vicerè Pedro De Toledo, realizzarono la struttura urbanistica dei Quartieri Spagnoli, una struttura reticolata e ben organizzata, fatta di strade strette, quasi dei labirinti, adatte alla difesa in caso di rivolte o attacchi esterni, che sembrano veri e propri labirinti. Con il passare del tempo, soprattutto intorno al Settecento, quando la presenza dei soldati si ridimensionò, la zona fu destinata alle persone che si trasferivano dalla campagna alla città e alle botteghe artigiane. Ad oggi la struttura del quartiere rispecchia molto quella dell’epoca, ed è una meta imperdibile fra attrazioni della città.

Tra le numerose tappe del quartiere, il celebre Murales di Maradona, quello  dedicato a Eleonora Pimentel Fonseca, e i numerosi omaggi ad Antonio De Curtis in arte Totò sono un vero punto di riferimento per quanto riguarda la street art. Assolutamente da vedere il Palazzo Cattaneo-Barberini o il Palazzo della Stamperia, due delle più belle costruzioni antiche presenti nel quartiere. Nei Quartieri è possibile gustare i migliori piatti della tradizione partenopea, nelle eccellenti trattorie presenti nei peculiari bassi. Ai margini, il caratteristico Mercato della Pignasecca, e non lontano il Centro Storico, dove è possibile visitare il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore, in piazza San Gaetano.

 

01 novembre 2024

La festa di Ognissanti, storia e tradizioni

La festa di Ognissanti, è un solenne omaggio al legame tra cielo e terra e un’occasione per rendere omaggio ai personaggi ormai defunti che, in un modo o nell’altro, hanno svolto un ruolo cruciale per la Cristianità.

 

La storia Ognissanti. 

Proprio come tante altre festività cristiane, la festività di Ognissanti, secondo le ricostruzioni degli storici, si pensa abbia origini pagane, in quanto correlata alla festa romana della Dedicatio Sanctae Mariae ad Martyres, l'anniversario della consacrazione del Pantheon come chiesa dedicata alla Vergine Maria e a tutti i martiri. La data scelta, il 1° novembre, si riferisce a Papa Gregorio III, il quale nel 835 la scelse come data per ricordare i santi apostoli e tutti i santi, martiri e confessori. In seguito, nel 1475, su indicazione di Sisto IV, la festa di Ognissanti divenne obbligatoria per tutta la cristianità.

 

Il significato della festa. 

Per i fedeli è un evento molto atteso, perché è visto come un momento in cui ci si rivolge a tutti coloro che già godono della gloria eterna. La Chiesa li propone come esempi da seguire, figure che hanno accolto l'incontro con Gesù nonostante le loro umane debolezze e sofferenze.

Tutti i Santi sono stati personaggi che, anche nei momenti di difficoltà e purificazione, hanno scelto di lasciarsi trasformare dall'amore di Dio, donne e uomini guidati dalla luce di Maria, che li ha condotti lungo un cammino fatto di umiltà e rinunce. 

 

Le tradizioni. 

Tradizionalmente il giorno di Ognissanti è legato alla festività, celebrata il successivo 2 novembre, legata alla commemorazione dei defunti. La data scelta nasce dal volere dell’abate Odilone, del convento di Cluny, molto devoto alle anime del Purgatorio: nel 928 d.C incontrò un eremita, che gli raccontò di aver udito le grida e le voci dolenti delle anime purganti provenienti da una grotta insieme a quelle dei demoni che gridavano contro lui. Nell’udire questo racconto, l’Abate Odilone indicò a tutti i monaci del suo Ordine cluniacense di fissare il 2 Novembre come giorno solenne per la commemorazione dei defunti, che da allora, viene celebrata in questo giorno.

Nei tempi più moderni, Ognissanti è legata anche ad Halloween, una festa che nasce da un bacino di culture e tradizioni internazionali, il cui nome è formato dall'unione delle parole All (tutti) Hallow (santi) Eve (vigilia), ossia "la vigilia di tutti santi"

25 ottobre 2024

Gli stenopoi e i plateiai di Napoli, cosa sapere sulla città

Se a Napoli esiste una cosa interessante – al di là dei musei, dei monumenti e del vasto e coloratissimo ventaglio di tradizioni – questo è sicuramente lo schema stradale e i suoi stenopoi, che eredita direttamente dagli antichi greci.

Il sistema urbanistico adottato in epoca greca era costruito sul modello ortogonale: l'antica Neapolis si sviluppava infatti in strade chiamate plateiai. I plateiai, sono arterie stradali che sorgono parallele l’una all’altra, tagliando l’assetto urbanistico in quattro aree differenti. Tali vie venivano a loro volta valicate perpendicolarmente da altre strade minori: sono queste ultime che vengono conosciute con il nome di stenopoi.

Lo schema ortogonale e gli stenopoi ancora caratterizzano il modello urbanistico di Napoli, che ben si osserva nel centro storico, dove si erge la Basilica di San Lorenzo e sotto cui, a diversi metri di profondità, si estende il sito di Napoli Sotterrata.

 

Lo schema ippodameo 

Lo schema ortogonale è anche conosciuto come Ippodameo. Il nome viene dall’architetto e urbanista greco Ippodamo di Mileto, che nel V secolo a.C. teorizzò e applicò quello che conosciamo come schema ortogonale alle città greche. Il sistema si caratterizza per la scelta di lasciar collimare tra loro le strade, le quali finiscono per intersecarsi ad angolo retto. Questo Modello favorisce la nascita di isolati quadrangolari: una disposizione che per molto tempo è stata identificata come quella di una “città perfetta”.

Secondo gli storici essa fu adottata in origine proprio dalla città di Mileto, che venne poi rasa al suolo dai Persiani.

 

La nascita degli Stenopoi 

Il modello urbanistico che oggi prende il nome da Ippodamo, andava strutturandosi su tre assi longitudinali, messi in comunicazione tra loro da assi perpendicolari: i primi vertevano in direzione ovest/est, mentre i secondi si orientavano in direzione nord-sud, rendendo così possibile una perfetta l’intersezione. La rete stradale adottata dagli antichi Greci e dalla vecchia Neapolis potrebbe essere così riassunta: da un lato vi erano delle strade principali (i platêiai di cui abbiamo prima parlato) e dall’altro le strade minori (gli stenopói).

L’assetto stradale della Neapolis greca è tutt’ora un esempio prezioso per gli aspiranti architetti.

 

Gli stenopoi di Napoli

L’equivalente degli stenopoi di Napoli altro non sono che i vicoletti stretti e serpeggianti che vanno allungandosi dal centro storico della città. Fare visita alla Basilica di San Lorenzo, che sorge appunto nel centro storico cittadino, è difatti anche un’occasione per osservare il noto schema urbanistico greco, che divide Napoli in aree e isolati regolari e spezza la città attraverso assi perpendicolari.

 

18 ottobre 2024

San Lorenzo, una vita donata ai bisognosi

Nato in Spagna nel periodo della persecuzione dei Cristiani del terzo secolo d.C., San Lorenzo è stato diacono della Chiesa di Roma. Prima del suo martirio, è stato al generoso servizio dei più bisognosi, amministrando beni e offerte per provvedere ai bisogni degli indigenti. Patrono di diaconi, cuochi e pompieri è raffigurato come un giovane diacono vestito della dalmatica, con l’attributo della graticola o, più recentemente, della borsa del tesoro della Chiesa distribuito ai bisognosi.

Con l’editto dell’imperatore Valeriano, emanato nel 258 d.C., i vescovi, i presbiteri e i diaconi furono condannati a morte: lo stesso Pontefice Papa Sisto II, fu ucciso il 6 agosto. Lorenzo fu inizialmente risparmiato dalle autorità, che volevano acquisire informazioni sui beni e sulle proprietà dei cristiani. Di fronte a ciò, Lorenzo si presentò alle autorità con i suoi seguaci, una folta folla di poveri, storpi e ciechi, e affermò “Questi sono i tesori della Chiesa”.

Lorenzo subì il martirio il 10 agosto, a quattro giorni dalla morte di Papa Sisto II, bruciato su una graticola. Oggi le stelle cadenti, tradizionalmente associate a questa data, rappresentano evocativamente i carboni ardenti su cui il santo è stato martirizzato.

Le parole di Papa Francesco

Anche il nostro Papa Francesco, durante un’udienza generale di aprile 2023 sul tema della passione per l'evangelizzazione, ha parlato dei martiri affermando che non vanno considerati come “eroi che hanno agito individualmente, ma frutti maturi ed eccellenti della vigna del Signore, che è la Chiesa”. (udienza generale del 19 aprile del 2023). Gesù "ha dato la sua vita per loro" e dunque anche loro possono "dare la vita per Lui e per i fratelli". Ha ricordato le parole di Sant’Agostino, che in occasione della festa di San Lorenzo predicava: «San Lorenzo era diacono della Chiesa di Roma. Ivi era ministro del sangue di Cristo e là, per il nome di Cristo, versò il suo sangue. Il beato apostolo Giovanni espose chiaramente il mistero della Cena del Signore, dicendo: “Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1 Gv 3,16). Lorenzo, fratelli, ha compreso tutto questo. L’ha compreso e messo in pratica. E davvero contraccambiò quanto aveva ricevuto in tale mensa. Amò Cristo nella sua vita, lo imitò nella sua morte” 

 

San Lorenzo confermò con il martirio subito sotto l’imperatore Valeriano la sua opera di carità. Secondo una tradizione già divulgata nel IV secolo, sostenne intrepido l’atroce martirio dopo aver distribuito i beni della comunità ai poveri da lui qualificati come veri tesori della Chiesa.

11 ottobre 2024

Misteri e leggende del centro storico di Napoli

Se esiste un valore aggiunto per il capoluogo campano non può che essere rappresentato dal sorprendente ventaglio di misteri e leggende del centro storico di Napoli.

Le credenze popolari – che trovano ambientazione ora in un vicoletto stretto, ora in una cattedrale antica – sono infatti parte della bellezza di questa grande città, divenuta famosa nel mondo non solo per la sterminata presenza di monumenti, edifici di culto e luoghi di memoria storica, ma anche per folklore, tradizioni e miti antichi.

Il sacro e il profano sono il dualismo sottile su cui la città va sviluppandosi: Napoli è infatti una delle poche città che abbraccia, con la stessa sentita devozione, il credo cattolico e quello per l'occultismo. Quest’ultimo si fa strada tra i quartieri e le vie antiche del centro, dove una strana malia accompagna i racconti popolari più suggestivi.

Quali sono quelli più famosi?

 

A’ Bella ‘Mbriana

A Bella ‘Mbriana è uno spirito benevolo. Secondo il racconto che la rende protagonista, coloro che si aggiudicano la sua simpatia riescono poi a godere di buona sorte per il resto della vita. È per questo che molti napoletani, entrando in casa, sono soliti rivolgerle un saluto per non offenderla. L’origine del mito viene attribuito alla storia di una giovane e bella ragazza che,disperata per la fine di un amore, era solita vagare come un’ombra per le vie del centro storico di Napoli. Gli abitanti della città, inteneriti dalla disperazione della donna, finirono per aprirle le porte ed offrile a turno un pasto caldo in tavola. Fu così che ella divenne lo spirito custode della casa.

A Janara

Diversa è invece l’indole della Janara, un fantasma dispettoso e aggressivo che di notte siede sul dorso delle persone addormentate provocando loro un senso di soffocamento. La storia che la rende protagonista è molto antica: la Janara, secondo l’immaginario collettivo napoletano, era una strega dai lunghi capelli neri e una conoscitrice esperta di arti oscure. Nel gergo napoletano il termine viene usato per indicare una donna sgradevole e crudele.

Castel dell’Ovo

Anche il Castel dell’Ovo, simbolo della Napoli antica e monumento iconico di quella moderna, si fa custode di una deliziosa leggenda. Secondo quanto racconta la comunità del posto, il forte gusto direbbe, nelle sue segrete, un uovo d’oro nascosto lì dal poeta Virgilio. Ancora oggi il cimelio non è ancora stato rinvenuto ma molti credono che l’uovo di Virgilio sia un amuleto magico in grado di proteggere la città.

 

04 ottobre 2024

Piazza San Gaetano a Napoli, storia del Santo e dell’area a cui da il nome

San Gaetano: vita, storia e approfondimenti
 
San Gaetano dà il nome ad una delle piazze più importanti della città di Napoli. L’area urbana che omaggia la figura religiosa tanto cara ai fedeli, custodisce infatti non solo un edificio di grande rilevanza storica qual è la Basilica di San Lorenzo Maggiore, ma anche un’area archeologica sepolta a diversi metri di profondità. La piazza che oggi conosciamo ha un grande valore per la città. Un tempo qui si tenevano le riunioni politiche, per le quali imperatori e ambasciatori si spostavano in direzione di Napoli.
Come mai la scelta di omaggiare un assetto urbano tanto antico con il nome di San Gaetano?
Di seguito, un approfondimento sulla vita del Santo.
 
San Gaetano: la vita e il rapporto con la città
 
San Gaetano nacque a Vicenza nel 1480 da una nobile famiglia della città. Il missionario e religioso ebbe una giovinezza agiata e un’educazione religiosa. Dopo aver conseguito gli studi in legge all’Università di Padova decise di non esercitare mai la professione ma di entrare nello stato clericale. Nei primi anni del Cinquecento si trasferì a Roma, dove iniziò ad occuparsi della scrittura delle lettere pontificie per la Curia. Ottenne diversi benefici ecclesiastici, ricoprì ruoli importanti e si occupò delle lettere pontificie guada gnosi anche la stima del papa Giulio II. Nel 1533 si trasferì a Napoli con l’intento di fondare una casa per l’ordine istituito pochi anni prima a Roma. I giorni nel capoluogo campano lo portarono a contrastare la diffusione delle religioni eterodosse. Morì sempre a Napoli nel 1547.
 
Storia di Piazza San Gaetano
 
Piazza San Gaetano ha una storia molto antica. Come abbiamo già anticipato, quest’area urbana aveva in passato una funzione politica assai importante. Era qui che venivano discusse le principali strategie militari e che venivano accolte le personalità monarchiche e politiche.

 

Oggi la piazza è un grande punto d’aggregazione.