BLOG

03 maggio 2024

Il Macellum - Tempio di Serapide: viaggio tra le bellezze archeologiche di Napoli

La città di Napoli e le zone ad essa limitrofe sono un vero e proprio museo a cielo aperto: si respirano arte, cultura, storia in ogni angolo. Spostandoci verso il parco dei Campi Flegrei, il Tempio di Serapide è tra i monumenti più noti e rappresentativi dei Campi Flegrei, situato nei pressi del porto di Pozzuoli.

Lo scavo archeologico fu ordinato nel 700 da Re Carlo di Borbone, che vedeva affiorare grandi colonne di marmo cipollino: sotto molti metri di residui marini fu dissotterrato il Tempio di Serapide, ad oggi simbolo del bradisismo flegreo, un tempo semi sommerso dal mare, ma oggi collocato en plein air. Il nome deriva dal ritrovamento della statua del dio egizio Serapide, oggi esposta ala Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Quello che inizialmente venne considerato un Serapeion, tempio dedicato alla divinità, fu poi dagli esperti identificato come il macellum, il mercato pubblico della città romana, presente e visibile anche nell’area archeologica del complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, nel centro storico di Napoli.

Un cortile quadrangolare scoperto, pavimentato con lastre di marmo proconnesio, circondato su tutti i lati da colonne in granito grigio da oltre 6 metri di altezza e capitelli corinzi raffiguranti soggetti marini, costituisce l’imponente monumento (delle dimensioni di 58×75 metri).

L’accesso alla costruzione, dal lato affacciato al mare, era in linea con un’ampia aula, anch’essa inquadrata da colonne in marmo, dalla quale si aprivano tre nicchie riservate al culto dei genius macelli, gli dei protettori del mercato.

Al centro del cortile, sollevata a circa un metro dalla terra, sorgeva una tholos, costruzione dalla pianta circolare circondata da 16 colonne corinzie in marmo rosa africano di oltre cinque metri, al centro della quale era collocata una fontana dalla forma ottagonale. Quattro scalinate collegavano la struttura con l’esterno, mentre il portico esterno conduceva alle botteghe del macellum, le tabernae, alcune intonacate e dipinte, altre ornate con marmi colorati. Gli ambienti di servizio, le latrine, disposte agli angoli, erano dotate di sfarzosi rivestimenti, quali pavimenti e arredi marmorei.

Le colonne monolitiche in marmo, che caratterizzano la struttura, grazie alla loro imponente altezza, sono state strumento di misurazione del fenomeno del bradisismo e della variazione del livello del mare, attraverso l’osservazione dei molluschi marini, che ne hanno intaccato la parte inferiore.

26 aprile 2024

Ipogei funerari a Napoli: una preziosa testimonianza del passato

Tutta quanta la bellezza di Napoli riesce a condensarsi perfettamente nei suoi sotterranei, dove storia, cultura e arte collimano con armonia. Gli ipogei funerari sono una delle maggiori testimonianze degli scavi archeologici di Napoli. Nelle cave ricavate dal tufo partenopeo, infatti, i greci erano soliti realizzare delle bellissime costruzioni sotterranee, utilizzate perlopiù per dare dimora alle spoglie dei propri cari.

Come venivano realizzati gli ipogei? Le cavità ottenute dal banco tufaceo potevano essere costruite in due modi: la prima era per escavazione sotterranea, la seconda avveniva invece in un fossato a cielo aperto, seguendo il modello che più tardi avremmo identificato come trincea.

Gli ipogei si prestavano a diverse funzioni. Spesso le strutture sotterranee potevano rivestire il ruolo di opere idrauliche, come acquedotti o cisterne, opere insediative, nel caso di abitazioni e rifugi, oppure opere di culto e sepolcrali, tra le quali distinguiamo catacombe, cripte e necropoli.

Gli ipogei funerari a Napoli si trovano nel Borgo dei Vergini, nel Rione Sanità. Essi costituiscono una parte molto importante del patrimonio culturale napoletano e anche una preziosa eredità della Neapolis antica. Quelli che ci è data la possibilità vedere sono gli ipogei di una necropoli

ellenistica, divenuti una testimonianza di valore non solo per la città ma per tutta quanta l’Europa. L’Ipogeo dei Cristallini e l’Ipogeo dei Togati sono i più noti. Il primo si fa custode di tombe scolpite – le uniche in tutto il meridione italiano – mentre il secondo, rinvenuto nel 1980, prende il nome da un altorilievo risalente al IV secolo, raffigurante una coppia con indosso delle toghe

Visitare gli ipogei napoletani è sicuramente un’esperienza magica e appagante dal punto di vista culturale. Da tale esperienza si può imparare tantissimo, apprendendo ad esempio di più sui metodi di costruzione della civiltà greca, e sulla Napoli del passato, che spesso facciamo fatica a figurarci fedelmente.

Molto si apprende anche sull’utilizzo che le civiltà antiche facevano del tufo (di cui il territorio partenopeo è particolarmente ricco), sull’età dell’ipogeo stesso oppure sul rapporto che questo tesseva con gli eventi storici più rilevanti legati alla città.

Il sito che permette di visitare le magnifiche costruzioni sotterranee è sempre accessibile. Fargli visita è un modo per arricchire l’esperienza conseguita in Napoli Sotterrata, che fornisce invece i primi strumenti per provare a capire le usanze e le abitudini dell’antica civiltà greca.

19 aprile 2024

L’affresco della “Regola di San Francesco”

Si colloca all’interno della Sala Capitolare del Complesso Monumentale di San Lorenzo il meraviglioso affresco che ritrae la scena della “Regola di San Francesco”. In realtà, quella rappresentata dall’affresco è la scena di San Francesco che dà la regola ai Minori e alle Clarisse.

Cosa sappiamo sull’avvenimento e cosa invece sull’affresco?

Con l’espressione “Regola di San Francesco” si fa riferimento al documento stilato dal Santo d’Assisi, all’interno del quale i frati dell’Ordine francescano potevano trovare le norme da applicare al quotidiano e le linee guida spirituali attraverso cui guidare la comunità di fedeli

Lo scritto – a cui ne seguirono degli altri negli anni – venne redatto a partire dal 1209 fino al 1210: il periodo dedicato alla stesura della Regola coincide con il periodo che San Francesco passò nella chiesa di Porziuncola e agli anni in cui l’Ordine dei Francescani andò formandosi.

A seguito della stesura del documento, il Santo si recò da Papa Innocenzo III, al quale venne chiesto il riconoscimento dello stesso.

La regola alle Clarisse

La raffigurazione nell’affresco del Complesso di San Lorenzo, tuttavia, fa riferimento alla Regola che San Francesco affidò alle Clarisse. Dopo che il Papa, nel 1215, approvò il documento e l’istituzione del convento delle Povere Donne, nacque infatti l’Ordine delle Clarisse, devoto come quello dei Francescani al Santo D’Assisi.

La regola delle Clarisse – conosciuta anche come la Regola per il Terz’Ordine francescano – non venne scritta in prima persona dal Santo, il quale riesce però a permearle comunque con lo spirito e con gli insegnamenti raccolti.

Il documento racchiude le parole scritte da San Francesco e destinato a Chiara nella“Forma Vivendi” e nelle “Ultima Voluntas”.

L’affresco della Regola di San Francesco nella Sala Capitolare

La paternità dell’affresco della Regola di San Francesco non è mai stata stabilità con certezza, anche se molti vedono in esso un’emulazione dell’arte giottesca.

La scena raffigurante S. Francesco che dà la regola ai Minori e alle Clarisse risulta in realtà frammentata all’interno del Complesso, che ne custodisce i preziosi frammenti.

L’opera, ad ogni modo, costituisce uno dei maggiori tesori della Basilica, che come sappiamo non è solo un luogo di culto per i cittadini ma anche una parte importante del patrimonio storico e artistico della città di Napoli.

Il valore del luogo di culto e della Sala Capitolare si misura anche grazie alla capacità di abbracciare e conservare tante diverse opere d’arte del passato, tra le quali l’affresco della Regola di San Francesco ha sicuramente un posto di rilievo.

12 aprile 2024

Alla scoperta delle antiche costruzioni di Neapolis: la Tholos

Gli scavi archeologici di San Lorenzo custodiscono una straordinaria eredità architettonica, che si districa tra botteghe, chiostri ed edifici antichi. Tra questi troviamo la Tholos, attorno alla quale ruotano le altre attrazioni dell’area. Nelle righe che seguono intendiamo parlare proprio di questa e del ruolo che ricopriva all’interno della Neapolis greca e romana.

Che cos’era in passato la Tholos e quali sono gli eventi che l’hanno resa oggi una testimonianza tanto preziosa?

Napoli Sotterrata non è da intendere solo come un comune percorso escursionistico, quanto piuttosto come una preziosa occasione. Molte sono le cose da poter imparare una volta all’interno, come ad esempio il ruolo che avevano le diverse strutture architettoniche che tuttora trovano sede nel complesso sotterraneo.

Tra queste troviamo ad esempio il chiostro settecentesco, il mercato (conosciuto come macellum) e la Tholos, che si erge proprio al centro di quest’ultimo.

La Tholos nell’antica Grecia

Il termine “tholos” in greco stava a significare “costruzione dalla forma circolare”. Esso infatti era utilizzato per accompagnare diversi significati, definiti a seconda della funzione dell’edificio. Il senso ancestrale del termine tholos, ad ogni modo, è anche da ricercare nell’accezione di cavità sotterranea, che il più delle volte aveva la funzione di magazzino.

Con il tempo, tuttavia, i greci hanno dato alle costruzioni circolari le più svariate funzioni: esse sono state costruite come ipogei funerari, come abitazioni o anche come spazi dediti allo stoccaggio. Chiaramente in base al ruolo a cui assolveva, anche la struttura poteva cambiare sottilmente: le opere funerarie, ad esempio si distinguevano da quelle militari o abitative.

Il valore della Tholos

Sebbene la Tholos si sia prestata, nel corso della storia, a molteplici utilizzi, il modello architettonico da questa rappresentato non è affatto diffuso come si può credere: sono poche le testimonianze raccolte e conservate attualmente da poter ammirare

È per questo che la Tholos custodita all’interno del complesso archeologico di Napoli Sotterrata acquisisce ancora più valore.

La Tholos di Napoli Sotterrata

La Tholos osservabile nel sito di Napoli Sotterrata – che si rivela a pochi metri di profondità dalla Basilica di San Lorenzo – si trova al centro del macellum, la zona mercantile.

05 aprile 2024

Vivere Napoli: da Vico Maiorani a Napoli Sotterrata

Da Vico Maiorani a Napoli è possibile raggiungere tantissimi punti d’interesse delle città. Questa arteria stradale, infatti, si snoda tra un gran numero di attrazioni. Una delle maggiori attrattive che è possibile raggiungere partendo proprio da Vico Maiorani, ad esempio, è Napoli Sotterrata, un sito archeologico di importante valore storico e culturale. Chi desidera vivere Napoli in modo immergente, senza tralasciare nulla, non può che iniziare dalle sue origini e Napoli Sotterrata rappresenta un ottimo punto da cui partire.

Napoli Sotterrata nei pressi di Vico Maiorani: cosa vedere?

Partendo da Vico Maiorani è possibile raggiungere Piazza San Gaetano e la Basilica di San Lorenzo Maggiore. Entrambi i luoghi segnano delle importanti attrattive cittadine: Piazza San Gaetano è infatti una delle piazze più antiche di Napoli, un luogo dove un tempo si discuteva delle strategie politiche da attuare e anche dove venivano accolti gli imperatori. La Basilica di San Lorenzo Maggiore, invece, è ricordata per aver segnato il primo incontro tra Boccaccio e Fiammetta: è proprio all’interno della Cattedrale che il famoso poeta vide per la prima volta la sua musa ispiratrice. L’attrattiva da non perdere, tuttavia, si trova nei sotterranei del noto edificio religioso: La Neapolis Sotterrata, un complesso archeologico che giace a dieci metri di profondità dalla Cattedrale.

Napoli Sotterrata nei pressi di Vico Maiorani a Napoli

Napoli Sotterrata, come anticipato, è un complesso archeologico sotterraneo di grande importanza per il capoluogo campano. Questo sito culturale infatti raccoglie preziose testimonianze della Napoli di un tempo, popolata prima dai greci e poi da romani. Concedersi l’occasione di visitare il complesso vuol dire esplorare la città a partire dalle sue profonde viscere e approfondire la conoscenza storica. Tra le cose da vedere all’interno dell’area archeologica troviamo il mercato romano (il macellum) con le antiche botteghe e l’Agorà, risalente al periodo greco. Una visita breve, ma decisamente affascinante.

Info utili per visitare Napoli Sotterrata

Il sito archeologico di Napoli Sotterrata apre le porte ai turisti dalle ore 09:30 alle ore 17:30. Il costo del biglietto d’accesso è di 9 euro. I visitatori potranno chiedere all’ingresso di essere accompagnati da una guida e scegliere se seguire il percorso espositivo in lingua inglese o italiana.