Le antiche origini greche di Napoli
La città di Napoli nasce come un’antica polis greca, sviluppandosi attraverso uno schema stradale ortogonale all’interno di un sistema difensivo inespugnabile. Le mura di Napoli sono state demolite dal susseguirsi di civiltà e dinastie che nel tempo hanno affollato la città. Sebbene oggi il territorio non abbia più bisogno di difendersi, parte di quell’antico disegno di fortificazione giace ancora in alcuni punti del capoluogo campano. Parte imprescindibile del patrimonio culturale della città, le mura greche appaiono come blocchi di pietra dimenticati dal tempo ed è difficile per un occhio non esperto riconoscerne nell’immediato l’importanza storica. Nell’articolo di oggi proviamo a valorizzarne il ruolo all’interno della Napoli moderna. Ecco una serie di utili informazioni circa la loro antica disposizione e i posti in cui è ancora possibile osservarne i resti.
Le mura greche
Le mura greche vennero disposte lungo i valloni naturali che circoscrivevano l’antico insediamento. Detti valloni andavano a formare dei fossati, su cui si reggeva l’intero sistema difensivo pensato per la città. Lo schema di fortificazione di Neapolis era in passato molto rinomato, proprio perché considerato ingegnoso ed inespugnabile. Le sue mura spesse furono di supporto in molte battaglie e guerre antiche, vinte dalla polis greca proprio grazie ad uno schema di difesa ben congeniato.
La costruzione
La costruzione di un progetto tanto riuscito fu possibile grazie alla presenza di tufo, estratto da un’insenatura di età greca rinvenuta nel ‘900 a Poggioreale. I blocchi venivano dunque rilevati dalla cava e trasportati in città attraverso il rettilineo di via Nuova Poggioreale – via Casanova. Il passaggio avveniva invece attraverso l’antica Porta Capuana. La costruzione delle mura di Napoli risale a due diverse epoche. La prima viene cronologicamente individuata nel VI secolo a. C. e si distingue per l’utilizzo di tufo grigio e per una tecnica edilizia che impiegava grandi blocchi posti di coltello su una base. Le tecniche d costruzione fatte risalire al IV secolo a.C. appaiono invece diverse: è il tufo giallo ad essere impiegato stavolta, in blocchi compatti e disposti in assise piane. Queste costruzioni si distinguono dalle prime anche per dei particolari segni – poi decodificati come lettere greche – che furono scolpiti sui blocchi di tufo durante l’estrazione.
I blocchi ancora presenti in città
Sebbene distrutte o demolite, passeggiando per la città è ancora possibile imbattersi negli assetti di pietra che un tempo costituirono le mura greche di Napoli. Alcuni quartieri o isolati dell’antica polis greca ancora conservano i resti di quell’arguto sistema di fortificazione. I blocchi di tufo possono essere ammirati lungo via Foria, presso le rampe Maria Longo, a Corso Umberto, presso il Castel Capuano e nei pressi di Piazza Bellini.