Simbolismo del presepe napoletano
Il presepio napoletano è altamente simbolico. Ogni particolare del paesaggio ha un significato ben preciso, l’antico mito si plasma in archetipo. A partire dal pastore Benino, il pastore dormiente, che raccontando il suo sogno racconta il mito.
Tutto intorno, sono presenti paesaggi pascoli e monti, che rappresentano il mondo pastorale, e nella parte opposta viene rappresentata la città, con il chiasso della quotidianità, le osterie e i personaggi del contesto urbano.
Al centro troviamo la Natività, il vero e proprio spartiacque della storia.
Tanti altri i simboli presenti, considerati di transito: il ponte che scavalca un ruscello, che da sempre rappresenta il passaggio, uno dei significati più sacri dell’antichità - anche il termine pontifex, il pontefice, significa “costruttore di ponti”. L’acqua ha mille significati: vita, morte, rinascita. Tuttavia, nel presepe, l’acqua allude al Battesimo, per questo è un elemento la cui presenza è fondamentale, anche se rappresentata con piccoli frammenti di specchio per un laghetto o un ruscello con la carta stagnola.
Tra i vari personaggi, quasi in tutti i presepi è presente la lavandaia, posta vicino al pozzo, che rappresentano l’acqua di morte, rinascita e purificazione. Un’altra figura femminile è Stefania, figura molto popolare: una fanciulla non sposata, motivo che precludeva l’avvicinarsi al nascituro per adorazione, per questo avvolse una pietra in fasce come fosse un figlio, per ingannare gli angeli. Al cospetto della culla, la pietra starnutì e si trasformò in un bambino, che fu chiamato Stefano - da lì la festa del 26 dicembre.
La figura della zingara riporta alle radici origini greche della Campania: richiama la Sibilla, che aveva profetizzato l’avvento del Signore. La zingara ha con sé un cesto colmo pieno di attrezzi in ferro, premonizione dei chiodi della crocifissione.
Altre figure presenti ricordano divinità pagane, tra cui Cicciobacco, figura rubiconda e tozza con il suo fiasco di vino, posta nei pressi dell’osteria, che ricorderebbe il dio Bacco.
Infine, i Magi rientrano tra le figure più importanti del presepe. Sono tre, numero altamente simbolico nella Scrittura, come i loro doni, ma anche nelle iconografie più antiche sono talvolta rappresentati in numero variabile. Sono vestiti con abiti sontuosi e vengono accompagnati da un corteo di nobili Georgiani. Il numero tre – altamente simbolico nella Scrittura – può inoltre rappresentarne la provenienza, essendo al tempo tre i continenti conosciuti. Il magio di colore richiamerebbe le popolazioni africane. In merito al simbolismo legato ai doni, oro, incenso e mirra, rappresentano, in particolare, la regalità di Cristo (oro), la divinità (incenso) e la morte di Gesù (mirra).
Nella tradizione del presepe napoletano è presente un quarto Magio, che indossa un copricapo decorato da grandi piume: si tratterebbe della “Re Magia” o della “Giorgiana”, una bella ed elegantissima sovrana.