Gli scavi di Oplontis e la Villa di Poppea, tesori di Pompei

Gli scavi di Oplontis e la Villa di Poppea, tesori di Pompei
07 febbraio 2025

Dirigendosi poco fuori la città di Napoli, non si può non visitare Oplontis, sito archeologico solitamente poco citato, ma di straordinaria bellezza. 

Oplontis era il suburbium della città di Pompei, da cui dipendeva amministrativamente, seppellita a seguito della drammatica eruzione del 79 d.C. 

Durante l’era borbonica sono stati ritrovati nell’area di Torre Annunziata resti di edifici antichi che testimoniano l’esistenza di un’area periferica suburbana ricca di ville ed edifici pubblici.

I maggiori ritrovamenti dell’area sono rappresentati dalla Villa di Poppea, lussuosa struttura residenziale, e la Villa di Lucius Crassius Tertius, un horreum, cioè un edificio adibito ad attività commerciali e produttive, provvisto di un’area abitativo al piano superiore, entrambe affacciate sul mare. Inoltre, il ritrovamento dello stabilimento termale di Punta Oncino conferma il carattere urbano di Oplontis.

 

La Villa di Poppea 

La Villa di Poppea fu costruita su una scogliera a strapiombo sul mare, alla quale era possibile l’accesso tramite percorsi pedonali coperti, porticati e terrazze con belvedere e giardini situati su diversi livelli. Era un esempio di “Villa d’otium”, la villa urbana, tra le tante che costellavano il golfo di Napoli. La sua importanza è riconducibile alla decorazione pittorica e alla divisione degli spazi basata su assi prospettici, simmetrie e sfondi di giardini ornati di statue e fontane.

La parte più antica dell’edificio, risalente al I secolo a.C., è organizzata intorno all’atrio tuscanico affrescato, affacciato a sud direttamente sul mare, e il giardino, a nord rispetto all’atrio, è organizzato in ambienti per il riposo, il pranzo e il soggiorno, sontuosamente decorati, le cui finestre, aperte sul giardino antistante il mare, erano chiuse da ante in legno. Presente inoltre un complesso termale privato in villa, riscaldato dalla cucina affacciata su un piccolo cortile con al centro una fontana.

Successivamente, gli ambienti termali vennero adibiti a spazi destinati al soggiorno; la cucina in muratura e l’ammezzato per la servitù, mantenne la funzione originaria. 

Nel lato est dell’atrio, intorno al peristilio (il cortile porticato) al cui centro è posta una fontana, si trovano il larario, una costruzione dedicata al culto con l’altare dedicato ai Lari, spiriti protettori della famiglia e della casa, oltre agli ambienti destinati a deposito e dormitorio della servitù e un altra piccola area termale. A sud-ovest rispetto al peristilio, è posta una scala che riconduce a una galleria sotterranea, sviluppata al di sotto del cinquecentesco Canale Conte di Sarno, che ha la funzione di collegamento con un criptoportico affacciato sul mare, le cui strutture sono state rinvenute durante i più recenti scavi. 

 

Verso la metà del I secolo dC, tutto il complesso fu ampliato, a est, con la realizzazione di una enorme piscina, lungo la quale furono disposte stanze da pranzo, soggiorno, alloggi per gli ospiti e dei piccoli giardini d’inverno. Nella ricca vegetazione intorno alla piscina, vi era parte delle sculture che decoravano il lussuoso edificio. 

Tra le numerose ville vesuviane, la Villa di Poppea è l’unica ad offrire la possibilità, basandosi sugli scavi archeologici, di ricostruire la composizione dei giardini interni, luoghi di riposo e meditazione, di grande importanza nella vita aristocratica romana. Inoltre, alcuni studi paleobotanici hanno consentito di risalire alla vegetazione originaria presente: siepi di bosso, oleandri, limoni, platani, olivi, cipressi, edere rampicanti, rose, tutta vegetazione disposta a complemento della decorazione scultorea e architettonica. Un’iscrizione su anfora, che fa riferimento a uno schiavo o liberto di Poppea, fa pensare che la villa possa essere appartenuta al ricco patrimonio immobiliare che la famiglia della moglie di Nerone possedeva sulla costa campana. Al momento dell’eruzione, l’edificio era presumibilmente disabitato, in virtù dei lavori in corso.

 

Articoli Recenti