Sant'Antonio e angeli, la meravigliosa tavola del Cappellone di Sant'Antonio

La Basilica di San Lorenzo Maggiore custodisce all’interno del Cappellone di Sant’Antonio un’opera di straordinaria bellezza: Sant’Antonio e gli angeli, la tavola dell’altare maggiore, un capolavoro pittorico che merita uno sguardo attento e consapevole.
Al centro dell’altare maggiore della basilica, tra architetture gotiche e affreschi di epoche diverse, spicca l’opera, realizzata tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, attribuita a un maestro dell’ambito manierista napoletano, probabilmente vicino alla cerchia di Fabrizio Santafede o Belisario Corenzio, due figure centrali dell’arte sacra a Napoli in quel periodo.
Il soggetto è profondamente legato all’identità della Basilica e all’Ordine francescano: sono raffigurati San Lorenzo, titolare della chiesa, in abiti diaconali e con la graticola – simbolo del suo martirio –, San Francesco d’Assisi, fondatore dell’Ordine, e Sant’Antonio da Padova, uno dei suoi più celebri predicatori.
La composizione è sobria ma intensa: lo sguardo dei santi si incrocia con quello del fedele, invitandolo alla contemplazione e alla riflessione. I colori, seppur leggermente velati dal tempo, conferiscono all'opera un tono intimo e spirituale.
I simboli parlano un linguaggio chiaro ai fedeli dell’epoca: San Lorenzo regge la graticola del suo martirio e un libro, segno della sua fede salda e della sua sapienza; San Francesco mostra le stigmate, mentre Sant’Antonio regge il giglio e il libro della Parola. Tutto nell’opera è pensato per istruire e commuovere. La tavola è incastonata in un altare che rappresenta un punto di sintesi tra l’arte medievale e la sensibilità controriformista. La struttura lignea dorata, arricchita da decorazioni baroccheggianti, incornicia la pittura con eleganza e solennità. La presenza della tavola in questo contesto non è casuale: essa non è solo decorazione, ma parte integrante del messaggio teologico che la basilica intende comunicare.
La tavola Sant’Antonio e gli angeli è spesso trascurata dai visitatori, attratti dalla maestosità della basilica, dal chiostro francescano e dal celebre sito archeologico del Macellum sottostante. Tuttavia, questo piccolo gioiello pittorico rappresenta un punto di contatto diretto con la spiritualità e l’arte del passato, ed è un esempio prezioso di come Napoli sappia celare tesori in ogni angolo, spesso a pochi passi dal viavai dei turisti.