Scavi e segreti: le radici romane del Complesso di San Lorenzo Maggiore

Scavi e segreti: le radici romane del Complesso di San Lorenzo Maggiore
03 ottobre 2025

Il complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore a Napoli non svela solo l’incanto della sua basilica gotica, del chiostro settecentesco e delle sale museali, ma offre anche un viaggio unico nel cuore nascosto della città: quello scavato dall’ingegno greco-romano, tra acquedotti, cisterne e caverne.

 

Le origini sotterranee di Napoli e San Lorenzo Maggiore

Proprio sotto il complesso sorge la cosiddetta Neapolis Sotterrata: qui, a una decina di metri sotto il livello stradale, le antiche civiltà plasmarono un mercato (macellum) vitale per la città romana e una serie di botteghe, strade e depositi che testimoniano l’ingegnosità degli abitanti nel modellare il sottosuolo per rispondere alle esigenze quotidiane. Il sottosuolo di questa zona è stato scavato per ricavarne materiali da costruzione — principalmente tufo — sin dall’epoca greca, e per realizzare un reticolo di cisterne e cunicoli funzionali alla raccolta e distribuzione dell’acqua, sfruttando le pendenze naturali dell’area.

 

Acquedotti e opere idrauliche: il legame con la storia del complesso

Il percorso archeologico sotterraneo di San Lorenzo è anche uno straordinario esempio di come le grandi opere ingegneristiche antiche abbiano inciso direttamente sulla storia del luogo e della città. Il vicino acquedotto del Serino, fondamentale in epoca romana per l’approvvigionamento idrico di Neapolis e delle aree circostanti, probabilmente alimentava cisterne e fontane del foro romano presente sotto il complesso. Gli studiosi hanno identificato tra i resti del mercato e delle botteghe di Neapolis Sotterrata una monumentale opera idraulica, con canalizzazioni e vasche che regolavano il flusso delle acque e garantivano le necessità di commercianti e artigiani.

 

Dai sotterranei al convento: una storia che si intreccia nei secoli

Gli eventi naturali, come le imponenti alluvioni della fine del V secolo d.C., causarono una radicale trasformazione della zona: gli strati di fango e detriti seppellirono le strutture romane, favorendo nel tempo la nascita, in superficie, prima di una basilica paleocristiana e poi dell’attuale complesso medievale. Ogni epoca ha lasciato una traccia: i camminamenti, i pozzi e i resti degli antichi acquedotti sono state una costante presenza, rifunzionalizzata o venerata nei secoli come simbolo di continuità tra passato e presente.

 

Un patrimonio da riscoprire

Oggi visitare San Lorenzo Maggiore equivale a sfogliare le pagine sotterranee e monumentali della storia di Napoli: le caverne, le opere idriche e gli ambienti scavati della Neapolis Sotterrata si rivelano non solo come testimonianze del genio ingegneristico degli antichi, ma anche come radici invisibili che ancora sostengono la città e alimentano la sua memoria collettiva.

 

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