Se parliamo di Promessi Sposi la mente va immediatamente collegandosi alle vicende raccontate dalla penna superba di Manzoni. E se invece vi dicessimo che anche Napoli ha i suoi promessi sposi?

La storia che stiamo per raccontarvi ha in effetti tantissimi punti in comune con quella di Renzo e Lucia, tanto da poter sembrare anch’essa partorita dalla fantasia del poeta milanese; se non fosse che questa romantica narrazione trova la sua scenografia nella Napoli aragonese.

La nostra storia si apre con una rivolta popolare. Siamo nel 1496 e la città è presa d’assalto dal tumulto a causa di una decisione presa da Re Ferrandino. Il monarca, in disaccordo con il suo predecessore, decide infatti di togliere al rappresentante del popolo la possibilità di reggere l’asta da baldacchino durante la processione del Corpus Domini. Per anni l’incarico era stato affidato solo ai detentori di un titolo nobiliare ma, per gentil concessione di Ferdinando D’Aragona, anche il popolo poteva accedere a questo privilegio.

Con la revoca di questo permesso, la città diviene ancora una volta un campo di battaglia per gli scontri tra volgo e nobiltà. Nel tumulto si fa strada un ragazzo, Michele Tavassi, che da subito diviene il principale portavoce della folla popolana. Assieme al giovane però arriva anche un Arcivescovo che, senza apparenti motivazioni, fomenta Michele a bloccare la processione.

Nessuno sa che l’uomo è stato in realtà assoldato da un ricco e prepotente barone e che dietro gli intenti di rivalsa del religioso vi è in realtà un fine vile e oscuro.

Michele Tavassi è infatti legato a Lucia, una giovane fanciulla napoletana a cui il ragazzo ha giurato amore eterno. La donna è però anche oggetto dell’attenzione morbosa del barone, il quale ha invano confessato ad ella i sui sentimenti. Il rifiuto di Lucia rende tuttavia ancor più ardito il sentimento del nobiluomo che, con la collaborazione dell’Arcivescovo, riesce a far arrestare Michele.

Liberatosi del giovane, gli scagnozzi a servizio del barone sequestrano una ragazza tra la folla, nella convinzione si tratti di Lucia. In realtà, la donna altro non è che un’amica della fanciulla.

Presa consapevolezza dei loschi piani del barone, la promessa sposa di Michele chiede l’aiuto di un parroco che, al contrario del celebre Don Abbondio, si fa coraggio e aiuta la coppia. Il religioso riporta quanto accaduto al re che, commosso dal legame dei due giovani, scarcera Michele ed esilia il barone dalla città.

Michele e Lucia convolarono presto a nozze, divenendo così i Promessi Sposi del Mezzogiorno.

 

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