Furono i Greci, tra VII e VI sec. a.C., che da Cuma partirono alla conquista del golfo stanziandosi su Megaride e sfruttando la collina di Pizzofalcone, a fondare la futura città di Partenope. La collina di Pizzoflacone, residuo tufaceo del cratere del monte Echia, era circondata da barriere di protezione naturali, che consentivano tra l’altro il dominio del litorale: da un lato, l’accesso al mare costituiva un ottimo approdo per le navi, dall’altro, la foce del fiume Sebeto, ricca di sorgenti minerali.

L’ipotesi dell’origine cumana di Napoli è avvalorata dal fatto che a quel tempo Cuma era una città molto influente: fu scelta dai Greci per la collocazione, nei pressi dell’area vulcanica dei Campi Flegrei, ed estesa verso la costa tirrenica e allo stesso tempo verso il Monte di Cuma. Cuma si presentava come una vera e propria roccaforte naturale, nonché un rifugio per le navi e porto ideale per lo sviluppo delle attività mercantili.

La storia di Napoli, dunque, avrebbe inizio proprio con l’insediamento di Partenope dei Greci calcidesi stabilitisi a Cuma,  tappa decisiva per la conquista del golfo di Napoli. La fondazione di Partenope fu una tappa fondamentale nel progetto di espansione territoriale della città di Cuma e di conquista del golfo (anticamente detto kratèr e oggi golfo di Napoli) per il controllo dei traffici marittimi. Infatti, tramite Partenope, Cuma controllava l’accesso meridionale al golfo, garantendosi la supremazia marittima e commerciale.

Il conflitto tra Cumani ed Etruschi, che prese piede nel 524 a.C., per l’egemonia nel medio Tirreno, segnò per Partenope l’avvio di un lento declino. Non è accertato se la città sia stata abbandonata e poi distrutta, o se abbia continuato una sua vita in tono minore.

A conclusione della II battaglia di Cuma, nel 474 a.C., con il tracollo degli Etruschi ad opera delle forze coalizzate di Cuma e Siracusa, la costa tornò sotto il controllo greco. Verso il 470 a.C., sempre ad opera dei Cumani, è fondata, ad oriente del primitivo insediamento, la “città nuova”, Neapolis, che vede un rapido sviluppo favorito dal declino del potere siracusano e da uno stretto legame con Atene. Partenope verrà poi identificata con il nome di Palaepolis, “città vecchia”. Nel 421 a.C. le città di Capua e di Cuma furono conquistate dalle popolazioni italiche dell’entroterra, che lasciarono intatta Neapolis, nonostante nel tempo risentirà fortemente della loro influenza.